Perché non impari a scuola a soddisfare i Clienti (e a fare soldi)?
Da quando nasciamo, non appena cominciamo ad intendere qualche parola, i nostri genitori iniziano a riempirci la testa con frasi tipo “Ricordati che devi studiare, prendere buoni voti e poi troverai un buon lavoro!”.
Il 90% delle persone che conosco io si sono sentite dire più o meno queste cose, e moltissimi hanno anche studiato fruttuosamente, ma attualmente, anche se con uno stipendio decente, non fanno altro lavorare come schiavi per stare dietro a tutti i debiti che una vita impostata così, comportano.
Sai bene quello che penso sul fatto di seguire gli schemi degli altri, quelli comuni perché tutti fanno così, ed oggi voglio spiegarti ancora una volta perché credo che l’unico modo per fare le cose fatte bene e con grandi risultati, sia quello di fare incazzare gli altri, quelli che vorrebbero che, o sono invidiosi di te, oppure che tu facessi come dicono loro.
Ma chissà perché così tanta gente interessata a che io segua i loro consigli? Per guadagnare penserai tu, ma io diffido di più di chi mi da consigli gratuiti.
Ma cosa non va veramente nel seguire le regole?
Prova a pensare alla tua vita e dimmi cosa hai fatto di buono seguendo lo schema di un altro. Tanto studio, tanto lavoro, ma alla fine poco arrosto. Anche se fai l’imprenditore, o il professionista, dimmi se i tuoi clienti sono soddisfatti perché fai il bravo bambino acculturato, e ti conformi a ciò che hanno fatto o suggeriscono gli altri.
Ora, se hai tanto studiato e ti sei impegnato per fare una buona carriera, non ti viene in mente che forse la scuola non ti abbia insegnato ciò che poi ti sarebbe realmente servito nella vita professionale? Aspetta, non sto dicendo che la scuola non serve a niente, ma che forse non l’hai sfruttata come avresti dovuto.
E’ vero che quando vai alle superiori non hai le idee molto chiare e, soprattutto, ti chiedi un milione di volte perché ti fanno studiare materie che poi non ti serviranno a niente. Sapessi quanti Prof. ora ti risponderanno che la cultura generale è quella più utile e che “professionalizzare” la scuola sarebbe un errore, ma io chiederei loro, in pratica, in cosa consiste questa supposta utilità? Quasi nessuno di questi Prof. nella vita ha avuto successo, soprattutto economico, e la logica del rischio e della necessità di piacere alle persone per poter mangiare è da loro lontana anni luce.
Ma allora di che cosa parlano quando danno suggerimenti?
Potremmo fare discorsi filosofici ed arrivare a dire che gli studi umanistici e classici aiutano a pensare, ti insegnano ad essere critico, ma poi ti chiedi a cosa servano dunque le altre materie e, osservando ciò che è successo nel periodo pandemico, di che tipo di pensiero critico stiamo parlando. Tutti omologati (tranne le dovute eccezioni) in fila a prendere ordini dall’alto (che poi era un alto molto molto basso), per paura di perdere un posto che è costato tanti anni di studio a lingua fuori (per mancanza di fiato, cosa pensate?).
E secondo voi un Cliente, anche voi stessi quando siete Clienti di qualcuno, vi accontentate di un prodotto/servizio ordinario, realizzato da una persona che nella vita fa più fatica di voi a mettere insieme il pranzo con la cena?
Siamo in un mondo che non ti spiegano
Tanti anni di scuola tecnica e tutto quello che ho studiato non esiste più. Tanti anni a studiare diritti che sono mutati ed economie che… che ho scoperto che non erano come dicevano loro.
Anzi, forse quando le ho studiate io, ormai diversi decenni fa, il racconto era un po’ più aderente alla realtà, poi è arrivato l’Euro ad indebitarci tutti quanti e nessuno ci ha detto, o ha detto agli alunni contemporanei, che se non conosci la finanza e le sue regole reali, sei un morto che cammina per mano con la sua azienda ed attività. Eppure tutti si dovrebbero essere accorti che ciò che hanno in tasca, sudatissimo compenso, basta sempre meno per condurre una vita dignitosa ed è sempre più in misura maggiore divorato da tasse ed inflazione.
Ma a scuola non te lo dicono, e ti fanno studiare quello che serve perché tu possa entrare buono buono, zitto zitto, in questo bel sistema tritacarne in cui, se poi vai male, è colpa tua. Ma la scuola una cosa te l’ha data sicuramente, ed è stata l’opportunità di guardare al di là di quello che il tuo naso circoscrive. Beh, se il tuo obiettivo era deliziare l’ego dei tuoi genitori con dei bei voti allora in questa società sarai uno schiavo a vita, ma se avessi approfittato per trovare soluzioni per portare a casa voti migliori (non solo l’ovvio studiare di più o leccando culi), oggi forse avresti un successo incredibile. Sarà per quello che il mio piano di studi universitario io l’ho modellato sulla base delle mie esigenze (ovviamente dentro i limiti imposti dalla scuola), e che è solo grazie a queste mie intuizioni accademiche che poi mi sono potuto permettere di andare oltre gli schemi degli altri. Ma avrei potuto e dovuto fare di meglio e approfondire di più ciò che avrebbe sempre più governato il mondo attuale: la finanza.
Se il tuo risultato oggi è fatturare, ieri era portare a casa un bel voto. Ma mentre ieri bastava imparare a memoria qualcosa, il fatturato dipende solo in parte dal culo che ti fai ogni giorno. Quelli che “Il Clienti non capisce…”, oppure “Il mio prodotto è il migliore e non capisco perché non lo compra nessuno”, sono gli stessi del bel voto fine a se stesso, sono quelli che non hanno compreso che se vuoi ottenere risultati nella vita devi andare contro corrente, devi essere e sembrare diverso dagli altri, e poi devi essere impegnato al 100% nel fare relazioni con i tuoi potenziali clienti.
Ma questo non basta ancora, e subito ti dico perché.
Quali sono le relazioni buone?
Hai un buon prodotto/servizio e sfrutti tutti i canali per fare pubbliche relazioni. Conosci un sacco di persone ma hai l’impressione di non riuscire a guadagnare ciò che vorresti.
Di solito sei disponibile a lavorare gratis per imparare (errore madornale), e pensi che per diventare ricco devi lavorare di più. Ecco, chi ti insegna queste cose, chi ti mortifica con atteggiamenti e retribuzioni che non hanno senso, chi non ragiona con te in termini di cash flow, non è una relazione da portare avanti.
Te lo insegna la scuola? Nemmeno morto, anche se magari sono molto attenti a farti fare formazione a distanza ed a preoccuparsi che le tue pupille stiano fisse sullo schermo del computer mentre tu ti taglieresti le vene per la noia. Ti insegnano forse a scuola che fare impresa, rischiare in proprio, è l’unico modo per diventare ricchi? No, perché comunque c’è l’alibi dello sfigato che, comunque, ciò che conta è fare un lavoro gratificante (beato chi lo trova), ma ciò sarebbe vero se il fine ultimo dell’uomo fosse il lavoro e non mi risulta che sia così.
Quindi lontani da chi ti promette formazione senza spiegarti quale resa avrebbe quell’investimento. Sono sempre quelli che insegnano ciò che non sanno fare, che poi si lodano per risultati che non hanno mai ottenuto ma di cui conoscono tutto in teoria, ma lontani anche da chi non comprende che il fine ultimo del lavoro è produrre ricchezza, e raggiungere il risultato di poter uscire dal mondo del lavoro il prima possibile.
Se per fare questo bastassero buoni insegnanti o buoni consulenti saremmo tutti miliardari: in verità la stragrande maggioranza è legata al concetto di lavoro, e non di business, perché così gli hanno insegnato e mai hanno avuto il coraggio di staccarsi veramente da questa logica (non basta aprirsi una partita IVA).
Magari ora ti chiedi cosa hai imparato leggendo queste righe: non volevo scrivere un libro, ma solo farti riflettere un pochino e se sei arrivato alla conclusione che anche tu galleggi nella tua zona di confort senza il coraggio di mettere in discussione tutto il tuo modello, quello che ti rende schiavo pieno di debiti e mai ti permetterà di uscirne, forse ho raggiunto il mio scopo.
Studiare ed andare a scuola è fondamentale, ma lo è pure trovare un piano di studi che ti insegni a stare al mondo, in questo mondo. Se ti serve solo un pezzo di carta… auguri, vedrai quante cazzate dirai e farai, ma ti diranno che sei bravo, onesto e lavoratore.
Bella soddisfazione.
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