Come evitare di assumere e formare collaboratori che se ne andranno presto
Capire le reali intenzioni del personale neoassunto è una sfida cruciale per qualsiasi organizzazione, soprattutto per quelle di piccole dimensioni, come uno studio di commercialisti, dove ogni singolo collaboratore ha un impatto significativo sull’operatività e sull’atmosfera di lavoro. È importante riconoscere sin da subito chi ha una reale intenzione di integrarsi e contribuire al successo dello studio e chi, invece, potrebbe essere interessato solo a ottenere una formazione iniziale per poi cercare opportunità migliori altrove. Identificare le motivazioni genuine di un nuovo dipendente e prevenire possibili problemi è possibile attraverso l’osservazione attenta di determinati segnali e comportamenti.
I primi indizi
Una delle prime indicazioni delle reali intenzioni di un neoassunto si può ottenere già durante il colloquio di selezione. Le risposte vaghe o generiche alle domande sul perché si è interessati alla posizione o sul contributo che si pensa di portare allo studio possono essere un segnale di allarme. Un candidato veramente interessato dovrebbe dimostrare di avere una comprensione chiara del ruolo, di essere motivato dalla missione e dai valori dello studio e di avere un piano per il proprio sviluppo all’interno dell’organizzazione. Al contrario, chi ha intenzioni egoistiche potrebbe focalizzarsi più sulle opportunità di crescita personale o sulle competenze che intende acquisire, senza dimostrare un reale interesse per la cultura aziendale o il lavoro di squadra.
Un altro indizio importante può emergere durante il periodo di prova o nei primi mesi di lavoro. Chi non ha intenzione di integrarsi solitamente evita di fare domande o di partecipare attivamente alle discussioni di gruppo, limitandosi a eseguire i compiti assegnati senza cercare di comprendere il contesto più ampio. Inoltre, questi individui potrebbero non mostrare interesse a costruire relazioni con i colleghi o a partecipare alle attività sociali dello studio, preferendo lavorare in modo isolato e distaccato. L’atteggiamento di chi è intenzionato a rimanere solo per un periodo limitato si manifesta anche in una scarsa iniziativa: non si propongono idee nuove, non si cerca di risolvere problemi complessi, e si evita di assumere responsabilità aggiuntive.
Il peso della formazione
Un altro aspetto da osservare è la reazione del nuovo collaboratore ai feedback e alla formazione. Una persona interessata ad integrarsi e a crescere insieme allo studio sarà aperta ai suggerimenti, pronta a migliorarsi e a dimostrare il proprio valore attraverso l’apprendimento continuo. Al contrario, chi è orientato solo a un tornaconto personale potrebbe reagire con indifferenza o addirittura con fastidio ai feedback, considerandoli come un ostacolo o una perdita di tempo. La mancanza di curiosità o di desiderio di approfondire gli aspetti più complessi del lavoro può essere un chiaro segnale che il neoassunto non ha intenzione di investire a lungo termine nella posizione.
Le precauzioni
Per proteggere lo studio da individui che non vogliono integrarsi, è fondamentale adottare alcune precauzioni. Innanzitutto, è consigliabile allungare il periodo di prova, utilizzandolo come un vero e proprio banco di prova per valutare non solo le competenze tecniche, ma anche l’attitudine e l’adattabilità del nuovo collaboratore. Durante questo periodo, è utile organizzare momenti di confronto regolari per discutere delle aspettative reciproche e per monitorare l’andamento dell’integrazione. Inoltre, coinvolgere il nuovo assunto in progetti di gruppo o attività che richiedano collaborazione può essere un test per verificare il suo spirito di squadra.
È anche importante instaurare un sistema di mentoring, in cui un collaboratore esperto guidi e osservi da vicino il nuovo arrivato. Questo permette di avere una visione più approfondita del comportamento e dell’atteggiamento del neoassunto, e di intervenire tempestivamente in caso di segnali negativi. Infine, è utile creare un ambiente lavorativo che premi la collaborazione e la crescita interna. Se i valori dell’integrazione, della cooperazione e della crescita comune vengono costantemente promossi e incentivati, sarà più facile scoraggiare chi è interessato solo a ottenere una formazione di base per poi andarsene.
Conclusioni
In conclusione, comprendere le reali intenzioni di un neoassunto richiede un’osservazione attenta e una gestione proattiva. Prestando attenzione ai segnali durante il colloquio e il periodo di prova, coinvolgendo il nuovo collaboratore in attività di gruppo e mantenendo una comunicazione aperta e continua, è possibile individuare chi non ha intenzione di integrarsi e prendere misure preventive per salvaguardare l’armonia e l’efficienza dello studio. Investire tempo ed energie in questo processo non solo protegge l’organizzazione da potenziali problemi, ma contribuisce anche a costruire un team coeso, motivato e orientato al successo comune.
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