Conoscenza e Sapienza: L’arroganza del sapere teorico
Viviamo in un’epoca in cui l’accesso alla conoscenza è più semplice che mai. Una connessione a Internet e pochi clic bastano per immergersi in un oceano di informazioni e nozioni. Eppure, questa abbondanza rischia di alimentare una delle presunzioni più pericolose: l’idea che la conoscenza teorica basti per essere sapienti, e che chi accumula informazioni abbia il diritto di insegnare agli altri senza mettersi in discussione.
Il mito di Theuth e la critica di Socrate
Socrate, nel Fedro di Platone, racconta il mito di Theuth, l’inventore della scrittura, per mettere in guardia da una confusione insidiosa: quella tra conoscenza e sapienza. Theuth si presenta al re egizio Thamus proponendo la scrittura come un dono che avrebbe reso gli uomini più saggi. Ma il re lo corregge, osservando che la scrittura non genera sapienza, ma solo un’apparenza di essa. Chi legge gli scritti altrui può imparare molte cose, ma senza un’elaborazione critica e personale, rischia di essere “sapiente solo nella propria immaginazione”.
Questa distinzione è fondamentale: la conoscenza è l’accumulo di informazioni, mentre la sapienza è la capacità di comprenderle, interpretarle e applicarle con discernimento.
CLICCA QUI PER CONTATTARMI DIRETTAMENTE
I pericoli del sapere presunto
Oggi, la figura del “divulgatore teorico” è sempre più comune. Si tratta di individui che, forti di letture e citazioni, si sentono legittimati a insegnare agli altri, spesso senza un’esperienza concreta o una riflessione profonda sui temi che trattano. Questo fenomeno presenta diversi rischi:
- Superficialità delle analisi: Molti divulgatori si limitano a ripetere ciò che hanno appreso, senza aggiungere nulla di originale. Si trasformano in megafoni di concetti altrui, anziché in promotori di nuove idee.
- Diffusione di falsi miti: Senza una verifica critica delle fonti, il sapere teorico rischia di diventare un veicolo per semplificazioni fuorvianti o vere e proprie inesattezze.
- Presunzione e arroganza: Confondere conoscenza e sapienza porta a credere di poter insegnare senza la necessità di ascoltare, confrontarsi o apprendere dagli altri.
La sapienza richiede esperienza e umiltà
La vera sapienza, come ci insegna Socrate, nasce dall’esperienza e dall’umiltà. Non basta sapere “cosa” insegnare; è necessario comprendere “come” e “perché”. Chi si limita a riempire la propria mente con nozioni, senza metterle alla prova nella vita reale, rischia di costruire un castello di carte che crolla al primo vento di confronto critico.
L’insegnamento autentico non è mai un monologo, ma un dialogo. Implica il coraggio di ammettere i propri limiti, di riconoscere che ogni nuova conoscenza è solo un punto di partenza e non un traguardo.
CLICCA QUI PER CONTATTARMI DIRETTAMENTE
Conclusione
Nel mito di Theuth, Socrate ci offre una lezione sempre attuale: la conoscenza è uno strumento potente, ma non deve mai essere confusa con la sapienza. I divulgatori teorici che si arroccano sulla propria erudizione rischiano di cadere nella stessa presunzione che Platone attribuisce agli uomini che leggono troppo e riflettono poco.
In un mondo che ha bisogno di guide capaci e responsabili, la sapienza non si misura dalla quantità di informazioni che si possiedono, ma dalla profondità con cui si è capaci di comprenderle e condividerle. Una riflessione che dovrebbe farci guardare con scetticismo chi si presenta come maestro senza aver prima imparato a essere allievo.
SCARICA GRATUITAMENTE IL LIBRO
CONTINUAVANO A CHIAMARLA QUALITA’
Ripercorri la storia della ISO 9001
e scopri tante tecniche per migliorare il tuo Sistema Qualità.
Scarica gratuitamente questo mio nuovo libro e poi dimmi cosa ne pensi.