Gli Audit Interni nella ISO 9001:2015: uno strumento di miglioramento o un semplice adempimento?
Gli audit interni rappresentano uno dei pilastri fondamentali per la gestione della qualità secondo la norma ISO 9001:2015. Tuttavia, il modo in cui vengono condotti può fare la differenza tra un semplice esercizio di conformità e un reale strumento di miglioramento continuo all’interno dell’organizzazione. Il contesto normativo italiano, in particolare con l’articolo 2086 del Codice Civile, aggiunge ulteriori sfumature all’importanza di condurre audit interni efficaci, non solo sui processi produttivi e qualitativi, ma anche su quelli contabili e amministrativi.
Audit Interni: conformità o opportunità?
Alcune organizzazioni vedono gli audit interni come un requisito necessario per mantenere la certificazione ISO 9001, e nulla di più. Questo approccio, seppur sufficiente per superare gli audit esterni, rischia di ridurre il processo a un mero adempimento burocratico, senza apportare un reale valore aggiunto all’azienda. In questi casi, gli audit interni vengono spesso eseguiti con l’obiettivo primario di prepararsi per gli audit esterni, replicando le modalità utilizzate dagli auditor di seconda e terza parte. Il management, in questo contesto, tende a considerare gli audit interni come un costo necessario piuttosto che come un’opportunità di crescita e miglioramento.
L’Approccio Proattivo agli Audit Interni
Al contrario, le organizzazioni che comprendono e sfruttano appieno il potenziale degli audit interni, li vedono come un’occasione per analizzare in profondità l’efficacia dei propri processi e per identificare opportunità di miglioramento. Queste aziende riconoscono la differenza tra audit interni ed esterni, e utilizzano gli audit di prima parte non solo per verificare la conformità alla norma, ma soprattutto per valutare l’efficacia e l’efficienza dei processi interni. Un audit interno efficace va oltre la semplice conformità: esso si concentra sull’interazione tra i vari processi del sistema di gestione della qualità, identificando aree di miglioramento che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
L’Articolo 2086 del Codice Civile e l’Adeguatezza degli Assetti Aziendali
L’importanza degli audit interni diventa ancora più rilevante alla luce dell’articolo 2086 del Codice Civile, che impone agli amministratori delle imprese di adottare adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili in funzione della natura e della dimensione dell’impresa (vedi Integrazione dei Sistemi in una PMI: un approccio dal Sistema Qualità ai processi Amministrativi e Contabili). Questo obbligo non riguarda solo le grandi organizzazioni, ma si estende anche alle piccole e medie imprese, che devono essere in grado di monitorare costantemente la propria struttura interna per prevenire situazioni di crisi.
In questo contesto, condurre audit interni non limitati ai processi produttivi e qualitativi, ma estesi anche ai processi contabili e amministrativi, assume un’importanza strategica. Un audit efficace su questi processi può rilevare inefficienze, rischi o non conformità che potrebbero compromettere la stabilità finanziaria e operativa dell’azienda. Gli audit sui processi amministrativi e contabili diventano così uno strumento essenziale per garantire l’adeguatezza degli assetti aziendali richiesti dalla legge, contribuendo non solo alla conformità normativa, ma anche alla resilienza e alla sostenibilità a lungo termine dell’impresa.
Conclusione
Gli audit interni, se condotti in maniera strategica e proattiva, possono trasformarsi da semplice adempimento formale a leva di miglioramento continuo e di conformità normativa. L’integrazione dei principi della ISO 9001:2015 con le disposizioni dell’articolo 2086 del Codice Civile rafforza ulteriormente la necessità di una visione olistica degli audit interni, che abbracci tutti i processi aziendali, inclusi quelli contabili e amministrativi, per assicurare il successo e la sostenibilità dell’organizzazione.
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